E’ stato criticato, chiamato “fuoco di paglia”, ma mercoledì sera lo abbiamo visto: riecco il Felipe Anderson che vogliamo!.

 Non sempre tutto fila liscio nella vita e questo vale anche sul rettangolo verde. Però sempre bene non può andare, sempre male neanche! Una stagione con Pioli da “fenomeno” paragonato ai grandissimi del pallone e poi la parabola discendente. Periodo buio per la Lazio ed anche per i suoi ragazzi, quello che forse ne aveva sofferto di più era stato proprio Pipe.

 

Erano piovute critiche come grandine, aveva destato le ire, sollevato i dubbi di quelli che “è stata la fortuna di sette partite”  e quelli come me che un debole per lui lo avevano sempre avuto, provavano una specie di frustrazione come se volessimo andare lì e dargli un buffetto sulla spalla dicendo: “svegliati Felipetto!”.

 

Dottor Jeckill e Mr. Hide, un anno da fenomeno ed uno in naftalina. Strano caso era stato il suo, scoppiato all’improvviso e con la stessa velocità tornato nell’ombra di quella Lazio che viveva più di scuri che di luce. Felipe dava piccoli segnali, ma il suo ritorno tra squilli di tromba non c’era stato. Si è fatto aspettare tanto, ma mercoledì ha finalmente brillato sotto le luci dell’Olimpico. Un quarto gol a match vinto, che lo stesso però mi ha fatto sobbalzare come fosse ancora tutto da giocare: “E’ Pipe, è Pipe!”.

 

Tornato sì, ma già a mio modesto parere, era stato tra i migliori in campo nelle ultime 4 sfide. Quindi possiamo dire rotornato pienamente e finalmente al gol!

 

La medaglia d’oro alle Olimpiadi è servita eccome, cura Inzaghi che ha feeling coi giovanissimi ha funzionato, forse anche le critiche aspre che non lo hanno buttato giù, anzi, lo hanno spinto a tirare fuori quello che aveva ed ha sempre avuto, ma che forse non emergeva più. Quelle critiche che io stessa avevo definito “feroci”, però se son servite allora meglio che ci siano state! Assist-man, gol gioiello, Felipe palla al piede e sai che sta per succedere qualcosa!

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